Martedì 8 dicembre. A Roma, ultimo giorno del salone “Più Lib(e)ri”, ma la tentazione al mattino è forte: se invece me ne andassi a Milano al “Salone del libro usato”? Dopotutto alla fiera romana ho già speso molte piacevoli ore.
Calcolati i tempi di viaggio, so che arriverei abbastanza tardi, e mi rimarrebbero le ultime tre o quattro ore prima della chiusura generale della manifestazione, prevista per le 19.00. Poco? Meglio che niente! Cedo alla tentazione e dunque parto. Mattino di festa, Roma dorme beata, i treni sono semivuoti ma hanno prezzi sempre pieni.
Il fine prevalente di questa missione, ça va sans dire, è la fantascienza. Ormai, nella massificazione determinata dai pur validi, pochi, grandi editori, i migliori acquisti di questo genere si fanno online oppure nelle manifestazioni fieristiche, e spesso nell’usato si trova più facilmente ciò che si cerca.
Il salone si presenta un po’ come la città che lo ospita. Ti propone il suo fascino con discrezione, con pudore tutto nordico, obbligandoti ad andare tu alla ricerca del bello nascosto fra le pieghe. Non c’è ostentazione, non ci sono fronzoli. Non c’è traccia di mass-marketing, e i grandi sponsor, pur presenti, sono praticamente invisibili. All'ingresso del padiglione della Fiera, la vista spazia su di un ordinato groviglio di bancarelle e l'udito si abitua presto al classico brontolio di fondo della contrattazione, delle spiegazioni e della curiosità. È come se tutte le bancarelle di libri fossero state messe insieme in un solo posto, e solo allora, in quel posto, ti rendi davvero conto di quanto è importante che esistano, nelle strade e nelle piazze.
Il salone rivela subito la sua natura: non solo un foro per la compravendita dell’usato, ma anche (e soprattutto) il luogo che celebra il valore assoluto del libro come pezzo da collezione, che non necessariamente devi aprire e leggere. Il libro elevato (e ridotto) al ruolo di puro oggetto del possedere. Ce ne sono molti che non ti sogneresti nemmeno di aprire. Al pensiero di farlo, hai l’impressione che possano dissolversi. Dev’essere il principio di indeterminazione del libro antico: non se ne può conoscere contemporaneamente il titolo e il contenuto delle singole pagine.
Volumi, manifesti del cinema, stampe, cartoline tematiche per collezione, illustrazioni, giornali d’epoca, riviste rare, tomi antichi, editoria d’antiquariato; c’è davvero di tutto. Pure i santini e i libri per bambini in olandese. E molta gente, di ogni età, non solo dall’Italia. Ma non c’è ressa; si cammina bene, ci si guarda in giro senza troppa fatica. E si fanno stimolanti incontri con i maniaci tra i maniaci: i collezionisti dell’usato dell’area del fantastico. Mi chiedo: sono o non sono qui per questo? Domanda retorica.
Il primo fantasticòfilo in cui mi imbatto è “Pedro” (al secolo Roberto Pedretti), che se ne sta vigile al suo “Angolo” alla bancarella numero 262, in una zona ricca di espositori di genere; qui trovate il suo folto catalogo all’interno della “Gilda dei catalogatori di letture fantastiche”. Pedro (pedrober1@gmail.com) è un pilastro della FS milanese e non solo, e mi rivela il suo orgoglio di appartenere alla Gilda. Alle mie lamentele sulla presunta assenza di librerie e cataloghi in area romana risponde indicandomi almeno due validi pusher nella mia zona, ovvero Pocket 2000 e Fantabancarella. Queste preziose indicazioni già mi ricompensano del tempo e delle spese di viaggio. Poi passiamo in rassegna il suo campionario di occasioni e rarità, e non mancano un paio di acquisti interessanti.
Quasi di fronte a Pedro, alla bancarella numero 74, un’altra vecchia (si fa per dire!) conoscenza milanese, che ha la responsabilità, con la sua newsletter sempre puntuale e accurata, di avermi reso partecipe dell’esistenza stessa di questo salone, accendendo in me la tentazione di visitarlo. Si tratta del Bazaar del Fantastico di Andrea Jarok, ospite immancabile di tutti i principali appuntamenti fieristici del settore. Andrea si sincera con professionalità impeccabile che non ci siano ordini online inevasi di cui io possa lamentarmi, poi si prodiga nel soddisfare la mia ricerca di libri che trattino il viaggio nel tempo e infine nell’indicarmi gli altri espositori che potrebbero interessarmi. Scatta un ulteriore acquisto da parte mia.
Rapidi passaggi presso “Gialli & Fantascienza” di Melzo (MI)(un altro acquisto) e la “Libreria Yellow Kid” di Bergamo, rispettivamente ai numeri 68 e 63-66, precedono la scoperta della presenza, fra gli espositori, di un vero e proprio editore dell’area del fantastico (bancarella 182), ovvero le Edizioni della Vigna, di Arese (MI) (info@edizionidellavigna.it), che espone titoli decisamente accattivanti, fra i quali spiccano anche nomi di rilievo del panorama italiano. Questa casa editrice, ricollego in seguito, è fra l’altro legata al concorso letterario "Giulio Verne", del quale abbiamo parlato spesso su Fantascienzaedintorni, e che nuovamente segnalo ai lettori di questo blog (occhio, la scadenza è prossima: 31 dicembre).
Proprio accanto alle Edizioni della Vigna, mi imbatto quindi nella bancarella numero 183, ovvero Fantascienza e… altro di Dario Vaghi (dario.vaghi@fastwebnet.it), che mi illustra con perizia ed entusiasmo il valore dei suoi pezzi da collezione, e mi fornisce utili spiegazioni sui prezzi dell’usato. Non si finisce mai di imparare.
Fra visite e incontri alle bancarelle del fantastico, e passaggi giocoforza più sbrigativi lungo tutte le altre, si sono fatte le 18.00. Gli espositori stranieri hanno già chiuso, e i non lombardi stanno facendo altrettanto. Fuori fa piuttosto freddo, dentro si muore di caldo, e io, che in assenza di guardaroba (ahi ahi!) sto trainando il mio trolley da diverse ore, e mi muovo con un pastrano sulle spalle degno di Totò, Peppino e la malafemmina (sono arrivato anch’io alla stazione centrale in effetti), sono per di più a digiuno.
Raduno i miei pochi e notevoli acquisti e me ne vado, con la promessa che ci si terrà in contatto e la consapevolezza che la tentazione del mattino è stata un’ottima consigliera.
A proposito, qualcuno dei miei nuovi amici collezionisti ha per caso verificato la disponibilità de “La salvezza di Aka” di Ursula K. Le Guin?
Come non detto, passerò al setaccio i vostri cataloghi.
Una notte all’ombra della madonnina, e il mattino dopo, come sempre mi accade da anni, Milano brilla sotto al sole.
Arrivederci l’anno venturo.
Calcolati i tempi di viaggio, so che arriverei abbastanza tardi, e mi rimarrebbero le ultime tre o quattro ore prima della chiusura generale della manifestazione, prevista per le 19.00. Poco? Meglio che niente! Cedo alla tentazione e dunque parto. Mattino di festa, Roma dorme beata, i treni sono semivuoti ma hanno prezzi sempre pieni.
Il fine prevalente di questa missione, ça va sans dire, è la fantascienza. Ormai, nella massificazione determinata dai pur validi, pochi, grandi editori, i migliori acquisti di questo genere si fanno online oppure nelle manifestazioni fieristiche, e spesso nell’usato si trova più facilmente ciò che si cerca.
Il salone si presenta un po’ come la città che lo ospita. Ti propone il suo fascino con discrezione, con pudore tutto nordico, obbligandoti ad andare tu alla ricerca del bello nascosto fra le pieghe. Non c’è ostentazione, non ci sono fronzoli. Non c’è traccia di mass-marketing, e i grandi sponsor, pur presenti, sono praticamente invisibili. All'ingresso del padiglione della Fiera, la vista spazia su di un ordinato groviglio di bancarelle e l'udito si abitua presto al classico brontolio di fondo della contrattazione, delle spiegazioni e della curiosità. È come se tutte le bancarelle di libri fossero state messe insieme in un solo posto, e solo allora, in quel posto, ti rendi davvero conto di quanto è importante che esistano, nelle strade e nelle piazze.
Il salone rivela subito la sua natura: non solo un foro per la compravendita dell’usato, ma anche (e soprattutto) il luogo che celebra il valore assoluto del libro come pezzo da collezione, che non necessariamente devi aprire e leggere. Il libro elevato (e ridotto) al ruolo di puro oggetto del possedere. Ce ne sono molti che non ti sogneresti nemmeno di aprire. Al pensiero di farlo, hai l’impressione che possano dissolversi. Dev’essere il principio di indeterminazione del libro antico: non se ne può conoscere contemporaneamente il titolo e il contenuto delle singole pagine.
Volumi, manifesti del cinema, stampe, cartoline tematiche per collezione, illustrazioni, giornali d’epoca, riviste rare, tomi antichi, editoria d’antiquariato; c’è davvero di tutto. Pure i santini e i libri per bambini in olandese. E molta gente, di ogni età, non solo dall’Italia. Ma non c’è ressa; si cammina bene, ci si guarda in giro senza troppa fatica. E si fanno stimolanti incontri con i maniaci tra i maniaci: i collezionisti dell’usato dell’area del fantastico. Mi chiedo: sono o non sono qui per questo? Domanda retorica.
Il primo fantasticòfilo in cui mi imbatto è “Pedro” (al secolo Roberto Pedretti), che se ne sta vigile al suo “Angolo” alla bancarella numero 262, in una zona ricca di espositori di genere; qui trovate il suo folto catalogo all’interno della “Gilda dei catalogatori di letture fantastiche”. Pedro (pedrober1@gmail.com) è un pilastro della FS milanese e non solo, e mi rivela il suo orgoglio di appartenere alla Gilda. Alle mie lamentele sulla presunta assenza di librerie e cataloghi in area romana risponde indicandomi almeno due validi pusher nella mia zona, ovvero Pocket 2000 e Fantabancarella. Queste preziose indicazioni già mi ricompensano del tempo e delle spese di viaggio. Poi passiamo in rassegna il suo campionario di occasioni e rarità, e non mancano un paio di acquisti interessanti.
Quasi di fronte a Pedro, alla bancarella numero 74, un’altra vecchia (si fa per dire!) conoscenza milanese, che ha la responsabilità, con la sua newsletter sempre puntuale e accurata, di avermi reso partecipe dell’esistenza stessa di questo salone, accendendo in me la tentazione di visitarlo. Si tratta del Bazaar del Fantastico di Andrea Jarok, ospite immancabile di tutti i principali appuntamenti fieristici del settore. Andrea si sincera con professionalità impeccabile che non ci siano ordini online inevasi di cui io possa lamentarmi, poi si prodiga nel soddisfare la mia ricerca di libri che trattino il viaggio nel tempo e infine nell’indicarmi gli altri espositori che potrebbero interessarmi. Scatta un ulteriore acquisto da parte mia.
Rapidi passaggi presso “Gialli & Fantascienza” di Melzo (MI)(un altro acquisto) e la “Libreria Yellow Kid” di Bergamo, rispettivamente ai numeri 68 e 63-66, precedono la scoperta della presenza, fra gli espositori, di un vero e proprio editore dell’area del fantastico (bancarella 182), ovvero le Edizioni della Vigna, di Arese (MI) (info@edizionidellavigna.it), che espone titoli decisamente accattivanti, fra i quali spiccano anche nomi di rilievo del panorama italiano. Questa casa editrice, ricollego in seguito, è fra l’altro legata al concorso letterario "Giulio Verne", del quale abbiamo parlato spesso su Fantascienzaedintorni, e che nuovamente segnalo ai lettori di questo blog (occhio, la scadenza è prossima: 31 dicembre).
Proprio accanto alle Edizioni della Vigna, mi imbatto quindi nella bancarella numero 183, ovvero Fantascienza e… altro di Dario Vaghi (dario.vaghi@fastwebnet.it), che mi illustra con perizia ed entusiasmo il valore dei suoi pezzi da collezione, e mi fornisce utili spiegazioni sui prezzi dell’usato. Non si finisce mai di imparare.
Fra visite e incontri alle bancarelle del fantastico, e passaggi giocoforza più sbrigativi lungo tutte le altre, si sono fatte le 18.00. Gli espositori stranieri hanno già chiuso, e i non lombardi stanno facendo altrettanto. Fuori fa piuttosto freddo, dentro si muore di caldo, e io, che in assenza di guardaroba (ahi ahi!) sto trainando il mio trolley da diverse ore, e mi muovo con un pastrano sulle spalle degno di Totò, Peppino e la malafemmina (sono arrivato anch’io alla stazione centrale in effetti), sono per di più a digiuno.
Raduno i miei pochi e notevoli acquisti e me ne vado, con la promessa che ci si terrà in contatto e la consapevolezza che la tentazione del mattino è stata un’ottima consigliera.
A proposito, qualcuno dei miei nuovi amici collezionisti ha per caso verificato la disponibilità de “La salvezza di Aka” di Ursula K. Le Guin?
Come non detto, passerò al setaccio i vostri cataloghi.
Una notte all’ombra della madonnina, e il mattino dopo, come sempre mi accade da anni, Milano brilla sotto al sole.
Arrivederci l’anno venturo.
2 commenti:
Suggestivo commento Frank, hai descritto con le giuste parole questa tua particolare giornata e le fai arrivare al lettore come se fosse li anche lui.
Sono contento che il viaggio sia stao ricompensato dal piccolo tesoro dei libri che hai trovato e del ben più grande tesoro di avere conosciuto nuovi amici con la tua/nostra stessa passione.
Felice anche che questa occasione ti abbia poi spinto a venirci a trovare su Uraniamania.
Un grazie a Pedro per la dritta a Frank e un grazie a te per esserci venuto a trovare.
Ciao, Mauro (il Trif)
Un grazie a te, Mauro/Trifide, per le tue parole. A presto, sia qui che su Uraniamania, che, mi auguro, di persona.
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