Il terzo giorno al Festival (sabato 17 gennaio) è stato per me l’ultimo ed è stato molto breve. Peccato infatti che sia stato impossibile entrare in sala Petrassi, dove le sessioni erano davvero stimolanti. Tutto esaurito. Poco divertente anche aver visto entrare scolaresche del tutto (comprensibilmente) disinteressate agli argomenti trattati e molte persone che erano evidentemente lì perché non avevano nulla di diverso da fare, solo invogliate dal basso prezzo d’ingresso. A nulla è valso il mio parassitario appostamento ad una coppia di litigiosi fidanzati (lei lo ha obbligato a entrare con l’unico biglietto disponibile minacciando una lite furibonda e il poveretto non ha potuto che obbedire a malincuore) nella vana speranza che il biglietto andasse al prossimo bisognoso più vicino a loro (casualmente, il sottoscritto).
Che fare? Grazie a Radio Tre ho potuto ripiegare su un sunto degli eventi della giornata che è stato prodotto in occasione dei cinquanta minuti dello speciale sul festival di Radio Tre Scienza, in diretta dall’Auditorium.
Il primo ospite della trasmissione è stato il biologo evoluzionista messicano Antonio Lazcano (-l'ospite più a destra nella foto di sotto-che alle 15.00 sarebbe poi andato in sala Petrassi a presentare la sua sessione insieme a Scott Hubbard). Sapevate che Darwin era un ipocondriaco? E oggi la sua teoria dell’evoluzione si applica perfino al fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che spiega la difficoltà attuale di cura delle epidemie di origine batterica. Lazcano è un convinto sostenitore della necessità di studiare l’RNA, fino ad oggi considerato fra le due grandi famiglie degli acidi nucleici come “il brutto anatroccolo” della genetica. Il successivo ospite è stato Carlo Rovelli (più a sinistra nella foto sotto), fisico, docente in Francia e direttore del gruppo di Gravità Quantistica, autore del libro “Che cos’è il tempo, che cos’è lo spazio?”, Editore Di Renzo, che colpisce con la sua affermazione che “forse spazio e tempo non costituiscono la grammatica corretta per capire l’universo”. Secondo Rovelli inoltre la scienza deve tendere a mettere sempre in dubbio ciò che appare come la verità, e quindi è sempre ribellione all’ordine precostituito e fa paura a chi rappresenta l’autorità. A giudicare dalle vicissitudini passate da Galileo o Einstein non gli si può dar torto. Hanno chiuso la trasmissione Fernando Ferroni e Paolo De Bernardis. Ferroni, dell’Istituto Italiano di Fisica Nucleare e direttamente coinvolto nel progetto LHC (Large Hadron Collider) di Ginevra, che riferisce che in seguito al ben noto incidente consistente in un’esplosione conseguente a una fuga di elio dovrebbe riprendere a funzionare in autunno. Lo scopo dell’apparecchiatura è, oltre alla ben nota ricerca della dimostrazione dell’esistenza del bosone di Higgs, lo studio di materia ed energia oscura, che rappresentano ben il 96% dell’universo (più precisamente il 20% materia oscura e il 75% energia oscura). In altre parole, oggi conosciamo solo il 4% dell’universo. Infine Paolo De Bernardis che torna sul progetto BOOMERANG, su cui maggiori dettagli sono disponibili nella parte finale del precedente post sul giorno 2 del Festival.
Che fare? Grazie a Radio Tre ho potuto ripiegare su un sunto degli eventi della giornata che è stato prodotto in occasione dei cinquanta minuti dello speciale sul festival di Radio Tre Scienza, in diretta dall’Auditorium.
Il primo ospite della trasmissione è stato il biologo evoluzionista messicano Antonio Lazcano (-l'ospite più a destra nella foto di sotto-che alle 15.00 sarebbe poi andato in sala Petrassi a presentare la sua sessione insieme a Scott Hubbard). Sapevate che Darwin era un ipocondriaco? E oggi la sua teoria dell’evoluzione si applica perfino al fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che spiega la difficoltà attuale di cura delle epidemie di origine batterica. Lazcano è un convinto sostenitore della necessità di studiare l’RNA, fino ad oggi considerato fra le due grandi famiglie degli acidi nucleici come “il brutto anatroccolo” della genetica. Il successivo ospite è stato Carlo Rovelli (più a sinistra nella foto sotto), fisico, docente in Francia e direttore del gruppo di Gravità Quantistica, autore del libro “Che cos’è il tempo, che cos’è lo spazio?”, Editore Di Renzo, che colpisce con la sua affermazione che “forse spazio e tempo non costituiscono la grammatica corretta per capire l’universo”. Secondo Rovelli inoltre la scienza deve tendere a mettere sempre in dubbio ciò che appare come la verità, e quindi è sempre ribellione all’ordine precostituito e fa paura a chi rappresenta l’autorità. A giudicare dalle vicissitudini passate da Galileo o Einstein non gli si può dar torto. Hanno chiuso la trasmissione Fernando Ferroni e Paolo De Bernardis. Ferroni, dell’Istituto Italiano di Fisica Nucleare e direttamente coinvolto nel progetto LHC (Large Hadron Collider) di Ginevra, che riferisce che in seguito al ben noto incidente consistente in un’esplosione conseguente a una fuga di elio dovrebbe riprendere a funzionare in autunno. Lo scopo dell’apparecchiatura è, oltre alla ben nota ricerca della dimostrazione dell’esistenza del bosone di Higgs, lo studio di materia ed energia oscura, che rappresentano ben il 96% dell’universo (più precisamente il 20% materia oscura e il 75% energia oscura). In altre parole, oggi conosciamo solo il 4% dell’universo. Infine Paolo De Bernardis che torna sul progetto BOOMERANG, su cui maggiori dettagli sono disponibili nella parte finale del precedente post sul giorno 2 del Festival.
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