sabato 17 gennaio 2009

l Festival delle scienze di Roma, giorno 2 – UNIVERSI PARALLELI? CHI HA DETTO CHE E' SOLO FANTASCIENZA?


Oggi, venerdì 16 gennaio, alle 16.00, in una sala Petrassi che continua ad essere stracolma (anche grazie alla saggia scelta di un costo di ingresso di 1 € - sì, non è un refuso, UN euro), Giulio Giorello ha introdotto la superba relazione di Alexander Vilenkin, Professore di fisica e Direttore dell’Istituto di Cosmologia dell’Università di Tuft (USA). Transfuga dall’URSS nel 1976 (perseguitato dal KGB, è proprio destino dei fisici essere oggetto di accanimento del potere di turno!), autore di “Un solo mondo o infiniti?” (Raffaello Cortina editore) è il principale assertore della teoria dell’inflazione cosmica di Alan Guth (1980). In sostanza per rispondere a quesiti rimasti senza risposta nella teoria del Big Bang la teoria inflazionaria ipotizza come matrice dell’universo uno stato di “falso vuoto”, ovvero una condizione di vuoto ad alta energia, avente altissima densità, e in cui la forza di gravità è esclusivamente repulsiva; si tratta di uno stato altamente instabile, che si espande per raddoppi successivi (l’inflazione cosmica) decrescendo in densità, energia e temperatura. Secondo la teoria, in questo falso vuoto, per effetto della natura quantistica-probabilistica del processo, non vi è un unico Big Bang ma bensì la formazione di diverse “bolle”, ciascuna delle quali origina un universo. Il numero di bolle è infinito, ma il numero di storie all’interno di una singola bolla, benché elevatissimo e difficilmente concepibile (10 alla 10 alla 150), è finito, in quanto frutto di probabilità quantistica. Insomma, il punto è che si teorizza così che in un numero infinito di universi vi sarà ogni possibile flusso storico (!). Si parla quindi del “multiverso” come matrice di infiniti universi; peccato solamente che non sia possibile alcuna interazione fra i vari universi. Solo una teoria? Tutt’altro; le osservazioni compiute dal satellite WMAP hanno dato conferma dell’imprint delle “bolle” nella radiazione cosmica di fondo.
Ora una parte molto interessante.
Poiché le variabili fisiche (particelle e quant’altro) nei vari universi avranno grandezze e valori diversi, solo in alcuni casi esse saranno tali da generare una chimica degli elementi che possa consentire la vita. Con buona pace dei creazionisti, che strumentalizzano e distorcono questa teoria affermando che il nostro universo, contenente la vita, non possa che essere il risultato di una scelta divina fra gli infiniti universi possibili. In realtà infatti, ogni singolo universo si genera dal falso vuoto nell’ambito di un processo che ha natura probabilistica, ed è pertanto causale per definizione, così come le sue caratteristiche, anche quando, come nel nostro caso, esse consentono la vita.
Alle 17.00 un rapido passaggio in Teatro Studio, dove Marcello Corradini, responsabile ESA delle missioni nel sistema solare apre con Francesco Trabucco, Professore di Design e Responsabile scientifico di Spacelab, una tavola rotonda cui partecipa anche Tommaso Pincio, scrittore, moderata da Sylvie Coyaud e introdotta da Vincenzo Vomero. Si discute la plausibilità di una prossima missione umana su Marte, con tutte le difficoltà del caso, mentre scorrono alle spalle dei conferenzieri le immagini di film, da “Flash Gordon alla conquista di Marte” del 1938 a “Pianeta Rosso” del 2000. Mi piace l’ottimismo di Corradini e Trabucco, che confidano che presto o tardi l’uomo metterà piede sul pianeta, perché è una cosa totalmente inutile e irrazionale, e perché “è nella natura dell’uomo fare cose irrazionali”.
Alle 18.00 infine di nuovo una Sala Petrassi gremita, dove trovo uno degli ultimi biglietti in galleria, per seguire la sessione presentata da Marco Cattaneo (Direttore di “Le Scienze”) che ha per relatori Paolo De Bernardis, Docente di Fisica alla Sapienza di Roma, e Max Tegmark cosmologo svedese, del Dipartimento di Fisica del MIT. Il Prof. De Bernardis è il responsabile del progetto Boomerang, ovvero di un esperimento di grande successo di osservazione stratosferica della radiazione cosmica di fondo con telescopio a micro-onde. Il pallone fu lanciato il 29 dicembre 1998 in Antartide. In questo modo De Bernardis è arrivato al limite estremo del passato dell’universo, ovvero a 14 miliardi di anni luce dalla terra. Fra pochi mesi l’osservazione sarà eseguita da satellite (progetto PLANCK), con ulteriore contenimento dell’interferenza ambientale. Max Tegmark lascia infine tutti con il fiato sospeso proiettando filmati e simulazioni con cui trascina l’intera sala in un vorticoso viaggio nel cosmo, e ricordandoci quanto poco sappiamo ancora delle meraviglie che ci ha mostrato, in particolare della materia oscura e dell’energia oscura.
I biglietti per le interessanti sessioni di domani, sabato, sono esauriti. Ma chissà.

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