mercoledì 17 dicembre 2008

Morgan senza Kovacs


Diciamolo subito, questo libro non ha nulla a che vedere con la trilogia di Takeshi Kovacs.
Business” è una storia ambientata a non più di un paio di generazioni dall’epoca di chi scrive, nella vecchia Londra. In questo mondo immaginario, l’Inghilterra è uno degli stati meno “civili” d’Europa, la sua popolazione vive in gran parte sotto la soglia della povertà, l’economia ha raggiunto e superato il livello dell’ imbarbarimento, e la politica è decisa dalle grandi corporation finanziarie, con i diversi dipartimenti di una stessa azienda che si spartiscono l’appoggio a diverse fazioni in lotta per il potere in ogni angolo del mondo. E dove sarebbe la fantascienza? Si potrebbe obiettare.
In effetti, ciò che R. K. Morgan ha fatto in questo romanzo è spingere a livelli iperbolici e paradossali le caratteristiche dell’odierna economia occidentale, scegliendo il proprio paese come luogo narrativo.
La conseguenza di tutto ciò è una società rigidamente divisa in classi sociali, e dominata dai dirigenti aziendali (i “dirri”), che vivono nelle (poche) parti di Londra sottoposte al controllo delle forze di polizia. Interi quartieri, le cosiddette “zone” sono invece recintati, accessibili da varchi presidiati e abitati da un neo-proletariato devastato da delinquenza, povertà, tossicodipendenza. Le automobili sono diventate privilegio di pochi, le grandi autostrade sono deserte, e destinate per lo più alle competizioni fra dirigenti, autorizzati a sfidarsi in mortali duelli al volante sul cui esito si basano promozioni e carriere. In questo scenario desolante e più credibile di quanto potreste pensare, Morgan ha gettato un uomo che non riesce a ribellarsi in modo sano a un modello sociale che detesta, e scalpita in continua una lotta interna fra la tentazione di sottrarsi ad esso e l'esigenza di affermare la propria identità al di fuori delle “zone” dalle quali, come pochi sanno, lui stesso proviene.
Chris Faulkner detesta le armi, ma diventa un omicida, sebbene tormentato fino alla fine dall’angoscia e dal rimorso; ama sua moglie profondamente, ma farà di tutto per perderla, e la perderà; detesta la violenza e il cinismo dell’unico amico che ha nella sua azienda, la Shorn, ma ne apprenderà e farà propri tutti i peggiori principi; prende contatto con un funzionario ONU per cambiare vita ma non riuscirà a farlo; è affascinato da un rivoluzionario sudamericano, che cerca di aiutare contro gli interessi della stessa Shorn, ma l’unico modo che troverà per renderlo “vincente” sarà massacrare il suo antagonista sotto gli occhi dei colleghi. Chris Faulkner rappresenta la inevitabile schizofrenia di molti che, temo già oggi, vivono e lavorano per l’utile delle grandi aziende sulla base di indiscutibili e imprescindibili criteri economici che nella loro cruda razionalità hanno il solo pregio di essere precisi, e si costringono a chiudere gli occhi sulla perdita di umanità che il loro agire quotidiano causa al mondo e a se stessi.
Chris Faulkner è (ancora per poco, possiamo supporre) un essere umano, che ogni giorno, salendo a bordo della sua BMW si inganna con un’immagine di vittoria personale che nasconde un totale fallimento.
Parola di ex-dirri.


"Business", di R. K. Morgan, Editrice Nord - ISBN 9788842913627