martedì 31 gennaio 2012

TOXIC@ a Milano con Borderfiction

Nell'ambito di Borderfiction (incontri milanesi alle 21.30 del mercoledì a ingresso libero con i protagonisti della narrativa della tensione tra mystery, thriller, avventura, horror, fantastico e loro contaminazioni), iniziativa (ri)partita la scorsa settimana, segnaliamo il 15 febbraio p.v. la presentazione del romanzo TOXIC@ di Dario Tonani (Urania Mondadori). Con l'autore saranno presenti Andrea Carlo Cappi e Giuseppe Lippi, direttore della collana.

Il mondo noir di domani raccontato da uno dei maestri riconosciuti della fantascienza italiana. Nella Milano del 2032 mietono vittime un misterioso morbo che si trasmette per assunzione retinica e uno spietato serial killer che si fa chiamare "il Mescolatore". La guerra al crimine nell'Italia del futuro, dall'autore di Infect@ e L'algoritmo bianco.


L'appuntamento per questo e gli altri eventi nel cartellone di questa bellissima iniziativa è nel salone dell'Admiral Hotel in via Domodossola 16 a Milano (qui le indicazioni per raggiungerlo) e sul canale YouTube di Borderfiction. Tutti gli aggiornamenti nella community di Borderfiction su Facebook.
Qui invece troverete il sito personale dell'autore, Dario Tonani.

venerdì 27 gennaio 2012

Scritture Aliene, il Numero 4.



Già da qualche giorno un nuovo albo della collana Scritture aliene è disponibile per l'acquisto nel sito di EDS. Curata da Vito Introna, la collana arriva così al suo quarto numero, che vede una copertina a firma di Luca Lanzetta e racconti di Tommaso Russo, Michele Nigro, Stefano Roffo, Antonio Lanzetta e Viola Killerqueen Lodato.
Di cosa parlano i racconti? Eccovi serviti.
Gli ultimi uomini vinceranno la loro guerra decennale contro un esercito di automi senzienti?
E se la nostra vita fosse subordinata alla programmazione di un reality show?
Quali gli effetti del teletrasporto sulla psiche umana?
Una coraggiosa partigiana scamperà all’impari lotta contro un invasore che di umano reca solo la fisionomia?
Un’affascinante androide divenuta cosciente di sé sfuggirà alle ferree regole della disattivazione?
Tutti gli albi sono acquistabili qui.

martedì 24 gennaio 2012

Sogno Edizioni presenta: Andromeda.

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Sogno Edizioni relativo a una nuova graphic novel in uscita in questi giorni. Con il più sentito auspicio di ogni successo a Diego, Simone, e al loro editore.

Un incontro inaspettato stimola due artisti a creare qualcosa di sensazionale: Andromeda.
Lo spazio, teatro di guerre e di scontri cruenti, cela nell’ombra qualcosa di antico, sconosciuto e potente. Il suo nome vaga come una divinità astratta, tutti lo conoscono, ma nessuno è in grado di tratteggiare la sua forma. Andromeda è un’astronave fantasma, nessuno sa da dove venga o dove vada. Molti ne ignorano anche la presenza, fino a quando non incontrano i suoi cannoni e per loro è l’ultimo ricordo.
Andromeda è una graphic novel edita da Sogno Edizioni, nata da un racconto di Diego Bortolozzo presente all’interno del volume e dalle meravigliose tavole in china realizzate da Simone Messeri e ispirate dal racconto.

Simone Messeri
Nato a Firenze, laureato, sposato e padre di due figli.
Incardinato tra la scrittura e il disegno si diletta a progettare astronavi e a scrivere racconti di fantascienza.
Appassionato di concept Art annovera tra i suoi maestri spirituali artisti come Andrew Probert, John Eaves, Scott Robertson. Tra gli scrittori preferiti ci sono Asimov, Dick ma anche autori italiani come Verso e Tonani.
Ha avuto l’opportunità di esporre il “Progetto Flying” a varie manifestazioni tra le quali Lucca Comics 2006 e Galaxy Days 2010.
Con diversi racconti pubblicati su antologie, ha all’attivo il volume Spaceships che raggruppa concept e bluprints di astronavi di sua concezione.
Sempre per Sogno Edizioni ha illustrato l’opera di Diego Bortolozzo Alice nella pancia delle meraviglie.

Diego Bortolozzo
Classe 1970, nato in provincia di Venezia, abita a Sesto San Giovanni (MI), dove vive con la moglie Paola e la piccola Alice.
Appassionato di storia militare e fantascienza, l’autore predilige narrare avventure ai confini della realtà. Diplomato e con breve esperienza militare (richiamato in servizio per tre missioni, di cui una in teatro operativo all’estero), l’autore ha iniziato a mettere su carta i propri racconti dal 2008, anno in cui ha iniziato la trilogia “Cronaca Galattica”.
Elenco Opere:
"Trilogia Cronaca Galattica"
La Battaglia dei Pianeti (2008) - Lulu.com
Fiamme nella Galassia (2009) - Lulu.com
L’Alleanza dei Robot (2011) - Lulu.com
Altre Opere: Alice nella pancia delle meraviglie (2010) - Sogno Edizioni
Racconti e premi vinti
Elenco completo sul sito www.diegobortolozzo.com

Potete contattare la casa editrice all’indirizzo mail: sognoedizioni(at)gmail(dot)com, sul sito www.sognoedizioni.it o al numero 3934286492

sabato 21 gennaio 2012

Notturno alieno a Zena.

Notturno sbarcherà sulle rive de La Superba, fra una settimana a partire da oggi. La raccolta raggiunge infatti la città di Genova dove verrà presentata presso BooksIN di Vico del Fieno 40r alle 17.30 del 28 gennaio prossimo.
Dallo stesso curatore di Ambigue Utopie (Edizioni Bietti 2010), una straordinaria raccolta di racconti di fantascienza intrisi di nero extra urbano; dal viaggio nel tempo alla spy-story, dall’utopia negativa al poliziesco più classico, dall’avventura spaziale al noir, dagli universi paralleli all’azione adrenalinica. Una lucida e spietata riflessione sull’oggi e sul domani, che all’indagine sociologica propria del genere fantascientifico mischia sapientemente gli elementi del giallo.



Modera Alessandro Vietti, introduzione di Lukha Kremo Baroncinij. Insieme al curatore Gian Filippo Pizzo saranno presenti gli autori Claudio Asciuti, Carlo Bordoni, Walter Catalano, Milena Debenedetti, Domenico Gallo, Stefano Roffo.


Dal risguardo del libro:
"Le storie qui raccolte attraversano tutto l’arco delle possibilità sia fantascientifiche che del giallo, dal viaggio nel tempo alla spy-story, dall’utopia negativa al poliziesco più classico, dall’avventura spaziale al “nero”, dagli universi paralleli all’azione adrenalinica. Una lucida e avvincente riflessione sull’oggi e sul domani, che all’indagine sociologica propria del genere fantascientifico, mischia sapientemente gli elementi del noir."

Ed ecco infine il sommario completo dei nomi degli autori, alcuni dei quali erano presenti anche nella precedente raccolta"Ambigue utopie".

Altomare - Lassù da qualche parte nel buio
Asciuti - Ys e Armorica, Camelot e Lyonesse
Astori - Scangel
Ballerini - Eskatos
Battisti – I tempi e luoghi del castigo
Bordoni - L'uomo politico che morì due volte
Burgio - Il profumo del peccato
Cappi - Nostra Signora del Cretaceo
Carducci e Fambrini - Venite a prendermi
Catalano – La musa degli ultimi giorni
Cavallotti - Robin Hood
Debenedetti – Nei suoi panni
Fazzari - Dormono soltanto
Gallo - Negras Tormentas
Grasso – La formula del figlio
Mastrapasqua - Nella città morente
Piccolino - Questa sporca vita
Pizzo - Morte di un astronauta
Prosperi – La scomparsa di Manarola
Ricciardiello – La via crudele
Roffo - Cuore di gomma
Tonani - Frammenti di una città di plastica


lunedì 9 gennaio 2012

METRO 2033 - Le Radici del Cielo.

L’ultimo romanzo di Avoledo scorre in fretta. Questo è almeno quanto è accaduto a chi vi scrive. Nonostante. Nonostante il post-apocalittico non sia il mio genere preferito e nonostante la commistione, che pure non amo, fra fantascienza ed elementi (soft?) horror, con abbondanti manciate di misticismo cristiano e "neopagano". E nonostante passaggi che non esito a definire raccapriccianti. Per farla breve, quattrocentotrenta pagine di una narrativa posizionata decisamente al di fuori dell’ambito di mio gusto sono volate via nel giro di un paio di serate. Non saprei dare una spiegazione alla misteriosa dinamica che mi ha fatto tremare, sussultare e tifare come un forsennato per il destino di un prete nel dopo-bomba (e chi mi conosce sa cosa significa), se non attribuendone l'imperdonabile colpa all’eccellente capacità narrativa. Anche perché, nelle prime pagine, il mio pensiero è andato subito all'esecrabile  Codice Genesi, dimenticabilissima pellicola che vedeva Denzel Washington nei panni di un predicatore in un mondo devastato dalla guerra nucleare. Con quel film, per fortuna, questo romanzo non ha nulla a che spartire.
Partiamo dalla storia. Le tinte sono forti, per non dire orribilmente e sanguinosamente drammatiche. Avoledo non ha alcun pudore nel descrivere le nefandezze commesse da buona parte dei protagonisti sullo sfondo di uno dei peggiori incubi post-apocalittici di sempre, per di più osservato non nell’immediato dopo-bomba, bensì a una distanza di vent’anni dalla catastrofe nucleare. In un periodo, quindi, in cui l’inverno post-atomico e i mostri che lo abitano hanno raggiunto una terribile e allarmante stabilità, che però agli occhi dei superstiti, che conoscono soltanto l’angolo di mondo in cui sono rintanati, non si traduce affatto in una conoscenza delle insidie ambientali, e che anzi sembra non porre limiti alla manifestazione dell’ignoto in ogni sua forma immaginabile e non.
Nell’ambito del Progetto “Metro 2033” di Dmitry Glukhovski, una specie di mega-romanzo web-born che sconfina nel videogioco (non a caso edito in Italia da Multiplayer, cui vanno i complimenti per aver fiutato e sviluppato da noi un progetto editoriale così interessante), e al quale stanno partecipando autori di tutto il mondo, “Le radici del cielo” rappresenta il punto di vista italiano sulla Terra post-apocalittica del 2033. Più precisamente, l’azione ha il suo incipit a Roma, nelle cui viscere (le catacombe di San Callisto) si annida una comunità di superstiti  che vive in condizioni animalesche e che accoglie in sé una residuale e temibile autorità laica, ovvero il Consiglio del Comune (formato da tre famiglie di autentici criminali che sembrano la versione post-nucleare della Banda della Magliana, con tanto di sepoltura aristocratico-cristiana promessa ad uno dei suoi massimi esponenti) e una religiosa, ovvero il Nuovo Vaticano, formato dai pochi prelati raccolti intorno al cardinale Albani, sopravvissuto alla catastrofe. L’ultimo pontefice, un tedesco, è deceduto in circostanze descritte con cinico e gustoso umorismo, che non vi anticipiamo.
Il protagonista, un buono per antonomasia, è padre John Daniels, statunitense, che viene incaricato da Albani di recarsi a Venezia con lo scopo di mettersi in contatto con il Patriarca della città, che si mormora sia anch’egli sopravvissuto. A tal fine, Daniels viene nominato capo (nonché membro unico) della Congregazione per la Dottrina per la fede, ovvero la Santa Inquisizione. Il ricongiungimento con il Patriarca permetterà di indire un conclave ed eleggere il nuovo papa. Ciò che resta della chiesa romana intende infatti prepararsi per proseguire il ruolo che la storia le ha riservato per più di due millenni: la guida del mondo. Per svolgere il lunghissimo viaggio che si snoderà per l’EUR, la stazione metro Aurelia, e poi verso nord attraverso le vie abbandonate e innevate delle città di Torrita Tiberina, Urbino, Rimini e infine Venezia, padre Daniels godrà della protezione di un drappello scelto di sette Guardie Svizzere, agli ordini dell’ambiguo Capitano Durand. Ben lungi dal ricordare i folkloristici e sgargianti hellebardier della cancellata di frontiera in Via Ottaviano, gli armigeri del nuovo Vaticano sembrano prelevati direttamente da una divisione di US Marine sul set di Apocalypse Now. Il viaggio sarà un inferno, nel percorrere il quale padre Daniels vedrà la sua fede, già provata dalla catastrofe nucleare, messa di fronte a prove sempre più ardue.
Questo romanzo è pieno di trovate appassionanti, che arrivano a rendere digeribile e persino desiderabile la sua inenarrabile cupezza. La descrizione degli ambienti è raggelante e perfetta: non si fatica a visualizzare interamente lo scenario che viene tratteggiato, il suo ubiquitario grigio, la sporcizia perenne della neve come delle persone, il fetore che tutto e tutti pervade, al punto tale che i booktrailer accessibili in rete risultano in ultima analisi inadeguati a paragone con le nitide immagini che si creano nella lettura; se da un lato ci si sarebbe aspettato forse qualcosa di più nella descrizione delle rovine della Roma del 2033, basti qui sottolineare l’innegabile fascino della visione (onirica? Non possiamo svelarlo) della festa delle maschere veneziane sul Canal Grande in secca.
Usando una narrazione in prima persona e al presente, che non lascia il tempo di respirare, Avoledo decide di utilizzare come protagonisti del suo mondo post-atomico i personaggi della sparuta e farsesca Chiesa Cattolica del futuro. Il protagonista è un prete, i comprimari sono neopagani (e un musulmano) travestiti da miliziani clericali, il peggiore dei cattivi è uno psicotico sedicente crociato, una specie di eretico post-nucleare che fa di Padre Daniels, inquisitore suo malgrado, la versione apocalittica, impotente e positiva di un Eymerich indulgente e fin troppo compassionevole. L’ambientazione fantascientifica consente di bastonare con disinvoltura gli apparati del clero, dipinto nelle sue pur scarne risorse del duemilatrentuno come il luogo della doppiezza, dell’ambiguità, dello scontro di potere, anche se il potere in gioco in questa storia è ridotto alle briciole della ricchezza di un tempo, briciole disperse in una matrice di fango radioattivo da cui emergono però preziosi anelli, sigilli pontifici, reliquie e tesori di santi. D’altra parte, non può non colpire la scelta di affidare a un prete, dipinto come un puro, un uomo saldo nei suoi principi e ad ogni costo fedele alla sua missione, il ruolo dell’eroe. Il mondo di Avoledo è rappresentato in modo originalissimo, ma non sfugge all'aurea regola dell’era post-apocalittica di qualunque altra storia del genere: dopo che le leggi e le regole sono scomparse, dopo che le comunità umane sono rimaste prive di autorità, e l’etica è diventata un ricordo vago, non resta che la regressione ad uno stato animalesco, tribale, primitivo, con quel tanto di antropofagia e sadismo che ci renderebbero persino peggiori della più infima specie animale. Nessuno è in grado di smentire una tesi tanto diffusa, nessuno può nemmeno confutarla, fortunatamente, allo stato dei fatti. Ma si può essere di opinione ben diversa da quell'homo homini lupus che l'autore mette ripetutamente in bocca ai suoi personaggi come un mantra disperante e senz'appello.
In questo scenario di regressione sub-umana è ad un uomo di chiesa, un novello redentore, che viene affidato l’arduo ruolo del recupero del senso più vero dell’umanità. Un prete, che sebbene perda di fatto la fede nel suo dio, in nome di essa combatte fino all’ultimo; un uomo che rifiuta l’orrore contro ogni evidenza,  che si ostina a trattare gli altri da essere umano autentico. Se da un lato siamo convinti che l’umanità di John Daniels non sia la necessaria conseguenza del suo essere un uomo di chiesa, dall’altro questa scelta non può non colpire. Sembra suggerire il pensiero che solo un potere spirituale sia in grado di porre rimedio al caos animalesco in cui il pianeta è stato gettato; sembra dichiarare l'idea che l’uomo è la nuda e disaggregata sommatoria  di una razionalità animalesca votata alla sopravvivenza (unico motore dell’esistenza dei più) e di una componente immateriale che si identifica unicamente con quella spiritualità che la religione (che sia il cattolicesimo o il misticismo neopagano di alcuni dei soldati vaticani) sarebbe in grado di fornire. Non c’è spazio per l’umanità vera, quella che non essendo bestialità non è nemmeno di orgine divina o comunque "spirituale" nel senso più ampio. D’altra parte, l’impressione è che, più che essere stata smarrita, l’umanità, in questo romanzo, sia stata in qualche modo trasferita. Spostata, cioè, dalla specie umana “canonica”, quella dei bipedi dalla pelle glabra, sempre più prossima alla china dell’estinzione, ad alcune delle misteriose e mostruose specie ibride che si sarebbero formate (incomprensibilmente) in soli vent’anni di mutazioni genetiche intensive. Alcune di esse mostrano sentimenti di amicizia, e un senso altruistico della collettività, che l’uomo “normale” avrebbe perduto, arrivando addirittura (è il caso della creatura soprannominata Gregor Samsa, indovinate perché) a sacrificarsi per quest’ultimo. Solo in queste “nuove forme” di umanità (che ci ricordano il Mateson di Io sono Leggenda) sembra annidarsi il germe di una possibile rinascita. E in esse risiede a nostro parere la trovata più intelligente di tutto il romanzo. Ma il finale ci dirà di più (e comunque non abbastanza, lasciando aperta la porta a un sequel) su queste nuove forme di vita (umana?), e allora la genetica delle mutazioni, il misticismo e lo spiritualismo, e la traslazione delle anime nel tempo si mescoleranno in un coacervo di spiegazioni che forse spinge la valenza fantastica di questa storia al suo limite più estremo, sofisticato e difficile da decifrare, sebbene dotato di una sua fascinosa coerenza interna.
Forse stiamo andando oltre quella che dovrebbe essere una semplice recensione. Sta di fatto che questo romanzo merita davvero di essere letto. Magari... a stomaco vuoto.
Una sola certezza: da oggi non potrò più imboccare la superstrada E45 Orte-Ravenna senza guardarmi attentamente intorno. Se poi ci saranno anche buio e neve, spero che i cellulari continuino a funzionare.
Senza dover sperare in uno smartphone quantico donato da un misterioso scienziato russo rimasto intrappolato nelle catacombe di Roma.

martedì 3 gennaio 2012

Francesco Verso su RAINEWS24

Francesco Verso a RAINEWS 24 parla di editoria digitale sulla base degli ottimi risultati conseguiti dalla sua casa editrice, Kipple. 
Buona visione.

domenica 1 gennaio 2012

CONTINUUM 36 è online.

Riceviamo notizia della pubblicazione del Numero 36 di CONTINUUM, il secondo del duemilaundici. Roberto Furlani ci avvisa di un piccolo problema tecnico: alcune immagini non si vedono, penalizzando da un punto di vista grafico gli articoli che le contengono, a quanto sembra a causa del fatto che è stato esaurito lo spazio messo a disposizione da Altervista. La redazione si sta industriando per risolvere il problema per il futuro.


Nella certezza che il problema estetico sarà trascurabile alla luce del valore dei contenuti, ecco il sommario di questo nuovo interessante Numero in parte dedicato al Festival della Fantascienza F+S, altra consuetudine con cui il triestino Roberto ci ha viziati:

• RECENSIONI LIBRI
L'isola scolpita e Il tesoro di Grancia, due libri di Donato Altomare recensiti da Fabio Calabrese
La stirpe del miracolo di Michael Cordy (recensione a cura di Fabio Calabrese)

• RECENSIONE FUMETTI
Il Mercenario a cura di Andrea Carta

• RECENSIONI FILM
Cinque recensioni cinematografiche di Gianni Ursini:
Monsters
Hanna
World Invasion
Non lasciarmi
Haeven

• RACCONTI
Una ragione per vivere di Gianni Sarti
I pescamorti di Stefano Andrea Noventa
Un respiro verso la parte alta della cupola di Sandro Battisti

• ARTICOLI
Tutti soddisfatti a Trieste per Science plus Fiction 2011 di Gianni Ursini
Fanta e scienza, ma la fantascienza? di Fabio Calabrese
L'altro Festival. Science Fiction Café 2011 di Roberto Furlani
Scacco matto in 25... capitoli di Alberto Panicucci

Come al solito, troverete anche questo Numero della rivista online all'indirizzo: http://continuum.altervista.org